Coronavirus ed equipaggi: un mare di difficoltà - Studio Legale Turci

Coronavirus ed equipaggi: un mare di difficoltà

Il Coronavirus non ha colpito solo i lavoratori c.d. di terra ma anche quelli marittimi.

Le notizie sui giornali riguardano soprattutto l’interruzione delle crociere,  ma le restrizioni adottate per far fronte alla pandemia hanno reso molto difficile lo sbarco degli equipaggi ed il loro ritorno a casa nonché l’arrivo dei nuovi equipaggi per tutte le tipologie di navi.

Tali difficoltà hanno comportato un allungamento dei tempi di imbarco che però non potranno protrarsi per un periodo di tempo troppo lungo, per ragioni di sicurezza della navigazione e di tutela della salute del personale imbarcato

L’8 aprile 2020 la Commissione europea ha pubblicato gli “Orientamenti relativi alla protezione della salute, al rimpatrio e alle modalità di viaggio per i marittimi, i passeggeri e le altre persone a bordo delle navi”, sottolineando come I lavoratori che svolgono funzioni essenziali, indipendentemente dalla loro cittadinanza, dovrebbero poter transitare e viaggiare al fine di garantire la continuità dell’attività professionale.

In particolare, la Commissione sottolinea che ai marittimi, indipendentemente dalla loro cittadinanza, dovrebbe essere consentito di viaggiare verso i porti in cui si devono imbarcare e di sbarcare e ritornare nel paese di origine, al fine di consentire al settore dei trasporti via mare di rimanere operativo a medio e lungo termine.

Infatti, solo se sono possibili i cambi di equipaggio il trasporto marittimo può continuare senza interruzioni, salvaguardando la distribuzione di merci da, verso ed entro il Mercato Unico. Di conseguenza gli Stati membri dovrebbero designare porti in cui tali cambi di equipaggio siano agevolati.

In tale quadro in data 5.5.2020 l’IMO (International Maritime Organization) ha inviato una lettera indirizzata a tutti i membri IMO, alle Nazioni Unite ed alle organizzazioni intergovernative e non governative con un quadro di protocolli raccomandati e con alcune raccomandazioni indirizzate ai governi degli Stati membri.

Tali protocolli e raccomandazioni hanno come obiettivo quello di:

– facilitare il viaggio dei marittimi dalla propria residenza al porto di imbarco per dare il cambio agli equipaggi ora imbarcati

– garantire che vengano applicate misure efficaci per gestire e controllare il rischio che i marittimi vengano infettati dal coronavirus (COVID-19) o che infettino altre persone, prima di lasciare il loro luogo di residenza ordinaria e durante il viaggio in aereo (e altri modi di trasporto) per raggiungere le navi in un porto marittimo in un altro paese.

– facilitare il viaggio di rimpatrio dei marittimi

– garantire l’applicazione di misure efficaci per la gestione ed il controllo del rischio che i marittimi vengano infettati dal coronavirus (COVID-19) o che infettino altre persone durante il processo di viaggio via aereo (e altri modi di trasporto) fino al luogo di residenza ordinaria in un altro paese.

Sul presupposto che esistano numerosi documenti che possono fornire importanti informazioni o indicazioni che potrebbero essere richieste dalle parti interessate al fine di facilitare e condurre viaggi e cambi in sicurezza dell’equipaggio durante la pandemia di coronavirus (COVID-19), allegati alla lettera IMO troviamo i documenti principali per l’implementazione dei protocolli e dei modelli suggeriti da utilizzare nella preparazione della documentazione che deve accompagnare il marittimo.

Infine si segnala che in data 29.4.2020 la Commissione europea ha adottato un pacchetto di misure per il settore dei trasporti con particolare riferimento alla risoluzione di problemi pratici, quali quale per es. la proposta che consente di prorogare la data di validità di determinati certificati, licenze e altre autorizzazioni o il rinvio temporaneo di determinati controlli periodici nel trasporto stradale, ferroviario, delle vie navigabili interne e della sicurezza marittima.

Tra le misure al vaglio vi è anche una proposta di modifica del regolamento sui diritti portuali finalizzato a dare la possibilità agli Stati membri e alle autorità portuali di differire, ridurre o revocare i diritti di infrastruttura portuale per gli utenti portuali in modo da dare liquidità alle compagnie di navigazione, compresi quelli che operano traghetti.

La proposta prevede una modifica dell’art. 21 del Reg. UE n. 352/2017 ove si aggiungerebbe il par. 3 del seguente tenore:

In deroga all’articolo 13, paragrafo 1, gli Stati membri possono consentire all’ente di gestione del porto o all’autorità competente di non riscuotere o sospendere o ridurre la tassa sull’infrastruttura portuale o di differire un pagamento della tassa sull’infrastruttura portuale dovuta per periodo dal 10 marzo 2020 al 31 dicembre 2020. La rinuncia, la sospensione, la riduzione o il differimento del canone dell’infrastruttura portuale sono concessi in modo trasparente, obiettivo e non discriminatorio a tutti gli utenti portuali soggetti ai canoni dell’infrastruttura portuale. L’ente di gestione del porto o l’autorità competente garantisce che gli utenti dei porti e i rappresentanti o le associazioni degli utenti dei porti siano informati di conseguenza. Non si applica il termine di due mesi di cui all’articolo 13, paragrafo 5

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