L’azione diretta del sub-vettore contro il mittente di nuovo all’esame della Corte costituzionale, ma il risultato non cambia - Studio Legale Turci

L’azione diretta del sub-vettore contro il mittente di nuovo all’esame della Corte costituzionale, ma il risultato non cambia

Con ordinanza n. 93 del 22.04.2020, la Corte costituzionale ha nuovamente esaminato la possibile illegittimità costituzionale dell’azione diretta del vettore per i corrispettivi di trasporto non pagati prevista dall’art 7 ter del D.lgs no. 286/2005.

La questione di legittimità costituzionale era stata proposta nel 2019 dal Tribunale ordinario di Prato, dal Giudice onorario di pace di Cagliari e dalla Corte d’appello di Cagliari con ordinanze del medesimo tenore, nelle quali si lamentava la possibile violazione dell’art. 77, secondo comma Cost.

In particolare, ad avviso dei rimettenti, l’art. 7 ter del D.lgs. 286/2005 sarebbe stato introdotto solo dalla legge n. 127/2010 di conversione  del D.L. 103/2010, che tuttavia non conteneva in origine alcuna previsione di tale tenore, così violando il divieto di introduzione, in sede di conversione del decreto legge, di norme non omogenee ed estranee all’oggetto allo stesso (c.d. “norme intruse”; cfr. Corte Cost. n. 32 del 2014 e n. 22 del 2012, nonché l’ordinanza n. 34 del 2013).

La Corte, riuniti i giudizi, ha preliminarmente richiamato il proprio precedente in argomento di cui alla sentenza n. 226/2019 (su cui vedasi “La Corte costituzionale salva l’azione diretta del sub-vettore per il pagamento del nolo”), vertente sulle medesime censure riferite all’azione diretta del vettore, nel quale la Consulta aveva affermato che:

– la legge di conversione rappresenta una legge funzionalizzata e specializzata, che non può aprirsi a oggetti eterogenei rispetto a quelli originariamente contenuti nell’atto con forza di legge (sentenza n. 181 del 2019);

– un difetto di omogeneità, contrario all’art. 77, secondo comma, Cost., si determina solo quando le disposizioni aggiunte in sede di conversione sono totalmente «estranee» o addirittura «intruse», cioè tali da interrompere ogni correlazione tra il decreto-legge e la legge di conversione (sentenza n. 251 del 2014);

–  la disposizione sull’azione diretta è relativa alla stessa «materia» sulla quale incide l’atto con forza di legge da convertire, cioè il trasporto, e prevede un intervento a favore delle imprese di autotrasporto (in particolare dei vettori finali, nell’ambito del trasporto di merci su strada), e perciò condivide con il decreto-legge originario la “comune natura” di misura finalizzata alla risoluzione di una situazione di crisi, con il che la questione andava dichiarata infondata non sussistendo elementi sufficienti a sostenere la palese estraneità, o addirittura il carattere intruso, della disposizione censurata;

Considerando quindi che la questione proposta non aggiungendo né argomenti, né profili nuovi rispetto a quelli già esaminati con la decisione n. 226/2019, essa è stata dichiarata manifestamente infondata.

Prof. Avv. Pierangelo Celle                                                                                       Avv. Simone Pitto 

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